La carta profuma di nuovo e, mentre la dispiego sul tavolo, mi godo quel leggero rumore delle cose stropicciate che si aprono al mondo.
Le mani si muovono lentamente, lungo traiettorie che prima erano solo immaginarie, ma che ora stanno per trasformarsi in realtà. La magia di un nuovo viaggio inizia così, per me. Quando davanti ho la mappa della nostra prossima avventura.
E sento dentro l’eccitazione di una nuova partenza, di nuovi posti da scoprire, di distanze da coprire e sogni da realizzare.
Il potere delle mappe è quello che trasforma un pensiero in un viaggio.

LE PRIME MAPPE: I MONDI IMMAGINARI DI DUNGEON AND DRAGONS
Appassionati di mappe…si nasce! Io personalmente ho cominciato a disegnare mappe quando da ragazzo giocavo con gli amici a Dungeon & Dragons.
Tanti di noi alternavano i pomeriggi passati sul tabellone di HeroQuest, gioco da tavolo spettacolare uscito verso la fine degli anni ‘80, a quelli in cortile ad immaginare nuovi mondi di Advanced Dungeon & Dragons.
Da HeroQuest prendevamo in prestito le statuine degli eroi, guerrieri, maghi, nani, ma anche dei mostri: zombie, gargoyles, scheletri…
Nella confezione di D&D alcune mappe c’erano già, ma poi a forza di giocarci ben presto le finivamo e non avevamo soldi per comprarci le espansioni.
Così, a turno, ognuno di noi impersonava il Dungeon Master e disegnava mano a mano il percorso di gioco, dando sfogo alla propria fantasia! Era un vero spasso inventarsi luoghi e mostri, e che litigate quando ci si faceva prendere la mano e si esagerava con la potenza degli avversari.
Hai voglia a tirare i dadi quando di fronte avevi il famigerato Tarrasque, uno dei mostri più letali di D&D, assieme al Drago Antico.

LE MAPPE TOPOGRAFICHE
Disegnare le mappe dei dungeon era un vero divertimento per me, così quando abbiamo iniziato a studiare topografia alle superiori (ho frequentato l’istituto per geometri) ho cercato conforto in questa mia passione.
Con la topografia sono uscito dai dungeon per raggiungere la superficie prima e poi le montagne del nostro Appennino Modenese, disegnando curve di livello e tracciati stradali, corsi di fiumi e vallate.
I protagonisti non erano più eroi e mostri, ma tutto ciò che caratterizza un territorio ed uno degli aspetti più affascinanti di questa scienza è la sua applicazione nel corso dei secoli.
Le mappe topografiche storiche di Modena, per esempio, furono per me una folgorazione: la fantasia veleggiava seguendo il tracciato delle mura antiche e si perdeva tra i nomi evocativi di passi e foreste, appena fuori città.
Era arrivato il tempo di partire e vedere il mondo.

ON THE ROAD LOVERS: LE MAPPE STRADALI
Così partii per il primo on the road fuori dall’Italia, destinazione Francia.
Su una piccola Seicento rossa fiammante attraversai tutto il territorio oltralpe, fino a raggiungere Mont Saint-Michel.
Vi ricordate la pubblicità della Fiat Marea di fine anni ‘90? Due ragazzi raggiungevano l’isolotto sul quale sorge il borgo proprio mentre l’innalzamento dell’oceano faceva scomparire la strada.
Avevo preso da poco la patente, i cellulari erano solo cellulari e bisognava viaggiare con le cartine stradali a portata di mano, meglio se dettagliate.
Furono due settimane fantastiche e anche un po’ tribolate: dormire in macchina per risparmiare, ogni tanto trovare conforto nella doccia di qualche pensione, ma anche stare attenti a non sbagliare strada, che già parlare francese era un mezzo casino.
Svegliarsi al mattino e studiare il percorso sulla mappa era un’abitudine alla quale mi ero affezionato, tanto che quando tornai in Italia cominciai ad acquistare in modo compulsivo carte stradali di qualsiasi parte d’Europa, immaginando già la prossima partenza.
Il successivo on the road arrivò ben presto: furono le strade della Spagna ad impegnare i miei pensieri per lungo tempo e la mappa stradale della Michelin si rivelò una risorsa preziosissima.
Prima della Penisola Iberica, però, ci fu una breve vacanza a Londra, dove imparai a conoscere per bene la più antica rete metropolitana del mondo. Come? Potete immaginare…
LA MAPPA DELLA PIÙ ANTICA METROPOLITANA DEL MONDO
La partenza per Londra fu anticipata da una lettura coinvolgente e, nel suo piccolo, rivoluzionaria: “Il treno per Babylon. Giro del mondo in underground” di Alex Roggero.
Rivoluzionaria perché mi insegnò qualcosa a cui forse non avevo mai pensato e cioè che si possono fare dei viaggi straordinari senza mai uscire dalla propria città.
Certo, se la tua città è Londra, ancora meglio!
Alex Roggero, del quale vi posso consigliare ad occhi chiusi anche “Australian Cargo”, racconta la città attraverso le fermate della sua linea metropolitana, esplorando e dando risalto alla multietnicità dei quartieri della capitale inglese.
Per me fu un modo perfetto per prendere confidenza con Londra e, quando presi in mano la mappa della metro a Liverpool Station, mi sentivo pronto ad affrontare questa megalopoli dove vivono un numero indefinito di stranieri.
Quando poi alla Tate Modern vidi “The Great Bear”, l’opera di Simon Patterson che rappresenta una versione stravolta della rete metropolitana di Londra, pensai ad un segno del destino.
In “The Great Bear” le stazioni non hanno più i nomi classici, ma quelli di ingegneri, esploratori, filosofi, giornalisti, con gradazioni che vanno da quelle più scure per i personaggi di nicchia a quelle più chiare per le personalità di spicco. Geniale!
Quella stampa, acquistata alla Tate Gallery per poche sterline, è ancora appesa sulla parete della mia camera e non immaginate quanti viaggi intorno al mondo ho fatto grazie a lei!

MAPPE DEI SENTIERI
Il tempo mi ha insegnato che, quando ci si lascia alle spalle l’asfalto, inizia un altro mondo.
L’escursionismo è diventata una mia passione (e di Kiki) solo da pochi anni, si può dire che il primo vero viaggio zaino in spalla lo abbiamo fatto lungo la Via Francigena.
Siamo partiti da Radicofani, splendido borgo della Val d’Orcia per raggiungere infine Bolsena, seguendo un tragitto disegnato secoli or sono dai pellegrini di tutto il mondo. Già, perché la Francigena è soprattutto un percorso spirituale, la via che conduce il pellegrino a San Pietro a Roma.
Per noi profani invece è stato l’inizio di un nuovo modo di viaggiare, perché prima di allora tre giorni immersi nella natura e potendo contare sulle poche cose racchiuse all’interno dei nostri zaini, beh, non li avevamo mai trascorsi.
Con le mappe dei sentieri, insomma, stiamo facendo pratica: un po’ sulla carta, ma soprattutto sulle app per smartphone che permettono di caricare i tracciati in formato “.gpx”, come GPX Viewer, che è gratuito e che vi consiglio di scaricare.
Uno dei portali che utilizzo spesso per trovare ispirazione per nuovi trekking è invece Wikiloc: ci sono tantissimi utenti italiani che caricano i percorsi delle proprie escursioni, anche invernali con le ciaspole.
C’è anche l’applicazione per smartphone disponibile, ma per seguire le tracce in tempo reale occorre pagare una quota mensile.
Quello che vi consiglio di fare è scaricare il tracciato di un trekking che vi interessa da browser su PC e poi caricarlo su GPX Viewer.
In questo modo, lungo il sentiero, potrete vedere se vi trovate o meno sul percorso giusto.
LA MAPPA DEL PROSSIMO VIAGGIO
Neanche a dirlo, la mappa che preferisco è sempre quella del prossimo viaggio.
Ancora oggi non riesco a fare a meno di comprare la versione cartacea ed iniziare a progettare da lì, a tavolino, seduto davanti a questo nuovo mondo che mi si apre davanti.
Il dito si muove lentamente, seguendo nuove traiettorie, collegando quelle città e quei parchi che sono il risultato di lunghe ricerche sul web.
C’è quindi un legame stretto tra passato, presente e futuro, tra il profumo di carta fresca e le immagini veloci che scorrono sul monitor: il nostro nuovo viaggio sta nascendo piano piano, tra carte stradali e tracciati su My Maps, un’applicazione di Google che trovo indispensabile per chi, come me, ama progettare gli on the road.
Mentre l’itinerario prende forma si inizia a viaggiare: una linea si trasforma in paesaggio, un semplice segnaposto in un caleidoscopio di immagini a colori. E se chiudi gli occhi puoi sentire la musica dal vivo in un locale di New Orleans, il vento che soffia forte mentre guardi verso il Golden Gate Bridge, l’odore di spezie in un mercato di Bangkok.
Succede anche a voi? Anche voi lasciate che sia l’immaginazione a prendere il sopravvento quando organizzate il vostro prossimo viaggio?
Io sono un sognatore, prima di tutto, e mi piace che sia così!

In fondo, ciò che mi emoziona di più è uscire dalle traiettorie stabilite, scoprire nuovi percorsi e quindi, di fatto tracciare nuove mappe.
Che forse resteranno soltanto nostre, disegnate su un bloc-notes o su un foglio di carta volante, che sarà poi sommerso da altri appunti.
Oppure no, forse saranno utilizzate e condivise, ci accompagneranno nel nostro prossimo viaggio, piegate e riaperte più volte, prima di tornare a casa con noi.
Perché in fondo sappiamo che dal potere delle mappe non riusciamo mai a separarci per davvero!
10 commenti su “Il potere delle mappe”
Che ricordi hai fatto venire a galla con quella pubblicità! L’avevo completamente rimossa.
Anche io come te amo le mappe e ti confesso una cosa: quando vado da qualche parte, in una città nuova, la sera mi studio la mappa cartacea con le strade e le fermate della metro, in modo da cercare, il giorno dopo, di muovermi senza dover consultare i vari google maps.
Buona domenica, ragazzi ?
Grande Silvia, anche io ho l’ossessione di studiarmi bene la mappa il giorno prima, per avere chiaro il quadro di tutti gli spostamenti, ma poi alla fine ho talmente tante cose in testa che spesso devo per forza di cose usare anche google maps ed affini! 😀
Bella eh, quella pubblicità?? Ha ispirato quella partenza, e credo che sia successo a tanti in quel periodo di organizzare un viaggio verso il nord della Francia! 😉
Buona settimana Silvia, a presto! ?
Concordo con Silvia, anche noi siamo mappe-dipendenti e studiamo tutte le tappe e l’itinerario giorno per giorno. Certo, sapere che c’è sempre Google Maps a portata di mano per ogni necessità è rassicurante, soprattutto per Fabio che ha il senso dell’orientamento di un bradipo…?
Ahahaha grande Fabio, quindi sei tu Erica la “bussola” della coppia! 😉
Senza falsa modestia, senza di noi come farebbero i nostri consorti? Passerebbero il tempo con la testa nello smartphone, non godendosi il paesaggio: è questa la verità! ?
Un abbraccio forte!
Neanche io lo ricordavo quel vecchio spot *__*
Noi generazione mappe e cartine stradali! Ricordo che durante i lunghissimi OTR con i miei (non con la Marea ma a bordo di una 127 blu) mi piaceva seguire il nostro percorso con il dito sullo stradario in tempo reale.
E non bastava perché quando tornavamo a casa prendevo l’atlante (quello DeAgostini che pesava come un sacco di cemento), lo piazzavo sulle gambe e ripartivo da capo con la fantasia. Non sai il dolore quando si addormentavano le gambe! 😛
Un caro abbraccio dai domiciliari!
PS: quindi hai visto MSM?
L’ho visto MSM, eccome se l’ho visto!! L’ho visto da lontano, ho girato per il borgo e l’ho rivisto dalla spiaggia sottostante, poco prima che salisse la marea. Sono passati quasi vent’anni da quel giorno, ma la bellezza di quel paesaggio ce l’ho ben impressa in mente. E ricordo anche delle ostriche niente male, che per mangiarle probabilmente abbiamo acceso un mutuo, ma se non si fa lì…per il resto gallette e barattoli per risparmiare!!?
Meno male che le mappe stradali le fanno ancora, Orsa: io non saprei farne a meno, e l’ultima che ho comprato è quella che vedi in copertina. La sto studiando per bene, molto bene…e chi ha orecchie per intendere, prepari la tenda! 😉
W le mappe!!!
Bellissimo questo vostro excursus sul tema!
Grazie mille Elena, anche tu sei mappa-addicted?? 😉
Scommetto che stai già preparando il prossimo on the road anche tu! 😀
Io ho sempre amato le mappe cartacee. Mi è sempre piaciuto disegnare gli itinerari dei nostri viaggi on the road e mi divertivo a seguirle mentre eravamo in auto, anche quando si sbagliava strada o giravamo più volte in tondo in una rotonda pe capire l’uscita giusta. Il navigatore mi ha tolto un po’ di divertimento!
Ti dico la verità Monica, per noi il navigatore è spesso materia di discussione!!?
Spesso ci fa sbagliare strada e così penso che alla fine la cosa migliore sia quella di guardare bene la mappa e seguire le indicazioni stradali: perché va bene ottimizzare i tempi, ma se per farlo, per esempio, mi fai attraversare la tundra appena fuori Bangkok, dove le stradine sono strette come quelle della campagna modenese….beh, non ci siamo!! ??