C’è qualcosa di appagante nel salire sulle colline partendo dalla pianura.
Esse non appaiono irraggiungibili, come le cime delle montagne, ancora innevate verso la metà di questa primavera incerta.
Le colline sono fatte per assecondare il nostro bisogno di contatto con la natura, si lasciano esplorare facilmente, ci permettono di guardare le cose da una prospettiva diversa.
Strade sterrate belle larghe e ben conservate, panorami a 360 gradi, verso la città (mi viene sempre in mente la canzone di Vasco) e verso le vette che segnano il confine immaginario tra ciò che è terrestre e ciò che non lo è.
Se amate tutto questo come lo amiamo noi, allora adorerete questo itinerario sulle colline reggiane, l’anello di Ca’ del Vento.
Pronti, trolley…via!

Anello di Ca’ del Vento: da dove si parte?
La nostra escursione parte da Borzano, un piccolo borgo rurale sulle prime colline reggiane, tra Scandiano ed Albinea e a venti minuti d’auto da Reggio Emilia.
Lasciata l’auto nel piazzale Ludovico Ariosto, si procede inizialmente lungo via Chierici, per poi svoltare subito a sinistra e attraversare il piccolo centro storico, passando a fianco all’Antica Osteria del Borgo e alla chiesa di Borzano.
A questo punto si procede prima su via Zacconi, poi si svolta a destra su Via Mattaiano e si comincia la lenta salita che conduce in vetta.
L’intero itinerario è ben individuato da segnaletica escursionistica bianco-rossa: si percorre infatti il sentiero CAI 614.
La Chiesa di Borzano La strada sterrata che conduce a Ca’ del Vento
Verso Ca’ del Vento
La salita verso Ca’ del Vento è costante ma mai impegnativa: lunghi tratti aperti, dai quali si può ammirare lo skyline di Reggio Emilia, dove si distinguono chiaramente i tre ponti dell’architetto Santiago Calatrava, si alternano a zone ombreggiate, protette da un fitto bosco.
Per questo motivo, l’anello di Ca’ del Vento si può tenere in considerazione anche per un’escursione estiva.
Sulla strada sterrata non ci sono soltanto camminatori come noi, ma anche ciclisti in mountain bike: il fondo dell’intero percorso è in ottime condizioni ed è molto famoso tra gli amanti delle due ruote.
In località Bellavista, alla quota di 345 m.s.l.m., prendiamo la deviazione verso destra, seguendo ancora una volta la cartellonistica perfetta del CAI.


Colline, vigneti e panorami sull’Appennino Tosco-Emiliano
Mano a mano che saliamo inizia a intravedersi anche l’intero Appennino Tosco-Emiliano.
Passiamo a fianco ad un vigneto che pare non avere confini, come quelli della Valpolicella dove siamo stati di recente, mentre dall’altra parte la vista spazia dal Monte Cimone fino alle Alpi Apuane.
Vedere a maggio tutte queste cime ancora innevate fa una certa impressione!
Dopo aver visto sfrecciare tre cerbiatti nel bosco, ci fermiamo per pranzare e goderci il panorama: sono trascorse 2 ore da quando siamo partiti e abbiamo percorso esattamente 6,60 chilometri, come indica l’orologio gps.
Verso ovest, al confine tra la provincia di Reggio Emilia e il parmense, l’orizzonte si sta annuvolando in modo preoccupante, ma noi restiamo ottimisti.




L’anello di Ca’ del Vento: la storia della villa
L’aria fresca di questo pomeriggio di fine primavera è perfetta per continuare la nostra escursione lungo l’anello di Ca’ del Vento: è ora di tornare a valle.
Prima però c’è un’altra piccola salita da affrontare, quella che porta ai piedi del Monte Scaletta.
Il sentiero CAI 614 segue in questo tratto il confine con la villa di Ca’ del Vento, una magnifica dimora di inizio ‘900 in cui per lungo tempo ha vissuto una marchesa, Carolina Pansa, figlia della contessa Maria Gigli Cervi e dell’ambasciatore Alberto Pansa.
Gli abitanti di Regnano devono molto alla famiglia Pansa: verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie all’intercessione della contessa durante un summit tenutosi tra le mura della villa di Ca’ del Vento, venne scongiurata una rappresaglia tedesca ai danni della popolazione locale.
Circondata da una splendida pineta, la dimora attualmente è di proprietà privata e pertanto non è possibile visitarla ne’ ammirarla da vicino.

Il Castello di Borzano e la Tana della Mussina
Ci lasciamo alle spalle Ca’ del Vento e i panorami verso l’Appennino Tosco-Emiliano e scendiamo verso valle.
Tante persone hanno scelto il grande prato ai piedi del Monte Scaletta per un pic-nic con vista, altre in sella alla propria mountain bike studiano la mappa.
La nostra ci dice che fra un paio di chilometri incontreremo la deviazione per Tana della Mussina, una grotta naturale accessibile in parte autonomamente, in parte, nelle cavità più profonde, con guida esperta.
L’area carsica di Borzano è ricca di affioramenti gessosi e ci ricorda molto l’escursione nel Parco dei Gessi Bolognesi dove avevamo esplorato e scoperto il significato di una dolina.
Dall’altra parte della vallata, o meglio della conca, ammiriamo ciò che resta del Castello di Borzano, un affascinante lascito del periodo di dominazione matildica. Sulla sommità della collina, circondato da una folta vegetazione, l’antico maniero ha una lunga storia che inizia nel XII secolo.
Alcune campagne di scavi archeologici hanno riportato alla luce reperti risalenti sia alla preistoria che al periodo medievale: è possibile ammirarli al Centro di Educazione Ambientale di Borzano.
Manca ormai poco al termine della nostra escursione: la discesa verso il borgo è agevole, su strada asfaltata.
Arriviamo a Borzano dopo aver percorso 13 chilometri, prendendocela con molta calma: l’orologio gps segna 3 ore e 47 minuti in movimento.





Anello di Ca’ del Vento: info utili
Dove: Borzano, frazione di Albinea (RE)
Quando: tutto l’anno
Lunghezza percorso: 13 chilometri
Tempo in movimento: 4 ore
Tempo complessivo: 5 ore
Dislivello positivo: +345 metri
Difficoltà: T – turistico. Adatto a tutti.
Visualizza e scarica la mappa su Wikiloc
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8 commenti su “L’anello di Ca’ del Vento sulle prime colline reggiane”
Bellissima camminata, penso adatta a tutti! Bravi😉👍
Sì Iole, è un’escursione semplice senza salite importanti e soprattutto sempre su sentieri ben tenuti e segnalati! 😉
Quindi una sorta di scollinamento ma dolce… e soprattutto “T” 🙂 Che bello l’incontro (anche se fugace) con i cerbiatti, infatti le foto del boschetto sono meravigliose, restituiscono l’immagine di un posto incantevole. Ma vi siete fermati a pranzo sotto quei nuvoloni? Volevate l’acqua gratis? 😛 Peccato per la villa, però ho visto che è nella lista FAI, forse periodicamente la aprono ai visitatori. Wikiloc, ecco! E che mi veniva in mente? Erano giorni che lo cercavo per visualizzare il tracciato di un sentiero, grazie!
Buona domenica, camminatori instancabili! 😉
L’incontro con i cerbiatti è sempre emozionante, è come se in quel ristretto lasso di tempo avvenisse una magia spazio-temporale, in grado di unire due dimensioni: la nostra e quella del bosco, che ha le sue regole, i suoi segreti da custodire.
Lungo questo percorso spesso si ha voglia di andare ad esplorare quella realtà, vicina ma inafferrabile.
E ora che ho divagato come al solito ti posso dire Dani che siamo due inguaribili ottimisti: abbiamo pensato che la pioggia non potesse rovinare quella splendida giornata e poi, lì a due passi, c’erano le torrette d’avvistamento dove ci saremmo potuti rifugiare! 😉
La villa da quello che ho capito fino a due anni fa era visitabile durante le giornate FAI, ma ora sembra privata e non più accessibile: ho comunque scritto per avere informazioni in merito, anche perché sarebbe bellissimo poterla vedere.
Grazie di cuore per la segnalazione, un abbraccio forte! 🤗
Grazie per la segnalazione e per l’articolo scritto molto bene. È un posto che non conoscevo e merita davvero!
Grazie a te Tommy! 😉
Sono contento che ti sia piaciuta l’escursione! 🙂
domanda: per il pranzo, occorre provvedere da sè oppure c’è qualche punto ristoro? grazie
Non ho notato punti di ristoro lungo il percorso, ma potrei sbagliarmi. Noi abbiamo optato per il pranzo al sacco per goderci il panorama! 😉