I paesaggi sì, certo: selvaggi e spettacolari. Le strade che li attraversano, spesso impervie e impegnative, ma che tornante dopo tornante ti regalano sempre un panorama mozzafiato. L’ottimo cibo e i prezzi decisamente contenuti rispetto all’Italia.
Un viaggio in camper in Albania ha tutto questo, ma se ci chiedete cosa ha fatto davvero la differenza e perché lo porteremo per sempre nel cuore, beh, vi rispondiamo ad una sola voce: le persone.
Gli incontri, che ti fanno riflettere ed emozionare, le serate trascorse bevendo vino e parlare di tutto, spesso in italiano, perché in Albania quasi tutti capiscono e parlano italiano.
Quando chiedi loro il motivo, poi sei tu a capire tante altre cose.
Ti rendi conto del perché solo in questi ultimi anni l’Albania si sta aprendo davvero al futuro, al turismo internazionale, alla normalità. Percepisci la voglia di abbracciare nuove culture, di imparare, di crescere.
Ora chiudete gli occhi e pensate all’ultimo posto dove avete avuto queste sensazioni. Personalmente non ho paragoni accettabili.
Ed è per tutto questo che oggi sono qui a raccontarvi il nostro viaggio attraverso l’Albania da nord a sud con tanti bei ricordi in tasca e gli occhi un po’ lucidi.
Pronti, trolley…via!





Albania in camper: l’itinerario in dettaglio
Faccio una premessa importante: abbiamo raggiunto l’Albania via terra, partendo dall’Italia e attraversando ben 5 frontiere.
Questo significa che con il nostro van abbiamo percorso le strade slovene, croate, bosniache e montenegrine, prima di arrivare al confine di stato tra Montenegro e Albania, nelle immediate vicinanze di Podgorica.
Non è un’impresa impossibile, tutt’altro: la Croazia è da poco entrata nel Sistema di Schengen (ed Euro) e non ci sono più i controlli alla frontiera, Bosnia e Montenegro si attraversano velocemente e al confine raramente ci sono file assurde.
Con due soste notturne a spezzare il viaggio, all’alba del terzo giorno eravamo al confine poco più a nord di Scutari, pronti per vivere la nostra avventura in terra albanese.
Da lì in poi abbiamo percorso circa 1.200 chilometri sulle strade dell’Albania: alcune ben tenute e discretamente larghe, alcuni tratti ad alta percorrenza (nei dintorni di Tirana) ed altre piuttosto impegnative. Come vi ho detto però, anche in camper si viaggia tranquillamente, magari prestando più attenzione del solito quando si affrontano le strade di montagna.
Di seguito il dettaglio dell’itinerario e la mappa, prima però voglio dirvi che l’itinerario è stato così impostato per via del ritorno programmato in traghetto dalla Grecia:
- Frontiera (Bozhaj – Hani i Hotit) – Parco Nazionale di Theth
- Parco Nazionale di Theth – Scutari – Lezhe
- Lezhe – Kruja – Tirana – Elbasan
- Elbasan – Pogradec
- Pogradec – Korca – Permet
- Permet
- Permet – Benje – Argirocastro
- Argirocastro – Berat
- Berat – Himare
- Himare – Ksamil
- Ksamil – Butrinto – Grecia
Albania in camper, giorno 1: i controlli alla frontiera tra Montenegro e Albania
Arriviamo alla frontiera tra Montenegro e Albania una tranquilla domenica mattina: il nostro punto di ingresso è tra Bozhaj (Montenegro) Hani i Hotit (Albania), oltre a noi ci sono un paio di auto e i controlli sono molto veloci.
La nostra carta verde non prevede l’estensione per il Paese, così fermiamo il van subito dopo la zona dei controlli e stipuliamo l’assicurazione per la circolazione in Albania per 15 giorni. Il costo, nel nostro caso, è di 50 euro, ma ricordo che si tratta di un minibus camperizzato, non un camper.
Ci sarebbe da fare anche la sim dati per usare internet, ma rimandiamo questa incombenza potendo contare sulle mappe offline salvate sul nostro smartphone.
Albania in camper, giorno 1: dalla frontiera al Parco Nazionale di Theth
Siamo pronti per raggiungere Theth e qui devo fare una piccola premessa: avevamo letto e visionato vari video su questo famigerato tratto stradale, ma la nostra esperienza alla fine si è rivelata assolutamente priva di ansie.
La strada è stretta, ha parecchi tornanti perché si sale fino ad una quota di oltre 1.500 metri, dove c’è ancora neve a bordo strada, ma contrariamente a quanto si può visualizzare su Google Maps o leggere nei vari blog e forum, il tratto finale di oltre 10 chilometri verso Theth ora è completamente asfaltato. Quindi massima attenzione a quando si incontrano altre auto o motociclette, ma il fondo stradale non è più un pericolo.
Quando raggiungiamo la valle di Theth, siamo completamente rapiti dal paesaggio che ci circonda. Il villaggio è composto da un paio di hotel che fanno da ristorante, un centro informazioni (chiuso al momento) e poche case, che si intravedono in lontananza, così come il campanile della chiesa che rappresenta il simbolo del parco nazionale. La pace che regna qui, a circa 900 metri di altitudine, è assoluta.


Ci aspetta un’escursione verso la Cascata di Grunas: il percorso è semplice e si sviluppa verso sud, seguendo un sentiero poco segnalato, lungo il quale incontriamo anche una signora che si offre di accompagnarci per un tratto. Siamo letteralmente in un altro mondo, dove la natura è la protagonista assoluta.
Ci vogliono appena 40 minuti per raggiungere la cascata, uno spettacolo assolutamente da non perdere nella Valle di Theth: è alta oltre 30 metri, l’acqua è ghiacciata, ma d’estate (ci dicono) è perfetta per un tuffo rinfrescante.
Più distante è segnalata la sorgente dell’Occhio Blu (da non confondersi con quello che si trova nel sud dell’Albania), ma preferiamo goderci una sosta qui per pranzo, prima di tornare verso il villaggio seguendo il fiume.
A Theth potremmo anche rimanere con il van per la notte, ci sono diversi punti segnati su Park4Night, ma le previsioni meteo per il giorno successivo non sono ottimali, così nel tardo pomeriggio decidiamo di ripartire in direzione Scutari.
Lungo la strada ci fermiamo al Boga Camping Alpine Resort, dove al costo di 10 euro abbiamo bagni, docce, elettricità, Wi-Fi e un paesaggio eccezionale.



Albania in camper, giorno 2: Scutari e Lezhe
Ci lasciamo alle spalle lo spettacolare Parco Nazionale di Theth e le sue cime ancora innevate a fine aprile, per raggiungere la cosmopolita Scutari, sulle rive dell’omonimo lago diviso tra Albania e Montenegro.
Passare dalla pace assoluta di Theth alla confusione della città, molta di più di quanto ci aspettassimo, è quasi uno shock! Alle 11 del mattino di un lunedì qualunque, Scutari è in pieno fermento: tantissime auto, biciclette, motorini, mezzi simili a tuk-tuk, persone a piedi. Sembra esserci una festa nazionale in corso, ma in realtà capiremo nei giorni successivi che ogni città, al mattino è vissuta al 100% dai suoi abitanti.
Parcheggiamo il van in pieno centro, contrattiamo il prezzo (300 Lek per 6 ore) e, dopo aver acquistato la sim dati al costo di 15 euro per 23 GB al negozio della One, iniziamo l’esplorazione di Scutari.
Partiamo davanti alla grande moschea, poi ci dirigiamo verso Rruga Kole Idromeno, l’elegante via pedonale di Scutari dove si alternano locali, ristoranti e negozi. Circa a metà strada si trova Marubi, il Museo della Fotografia, che racconta la storia e le tradizioni dell’Albania attraverso una ricca collezione di immagini e oggetti d’uso quotidiano.
La pioggia rende la visita della città più difficile, ma non ci perdiamo d’animo ed esploriamo anche i viali delle botteghe, che espongono direttamente in strada la mercanzia. I caffè brulicano di vita, le strade pure: Scutari ha un fascino profondo, di città di confine, profuma di spezie e d’Occidente. Dopo un pranzo a base di burek, la pioggia si fa più incessante: salta la visita al castello, non ne varrebbe la pena perché non c’è visibilità, salta la passeggiata sul lago.
Cerchiamo un luogo per la notte su Park4Night e troviamo un beach bar sulla costa ad Alessio (Lezhe) gestito da ragazzi che non fanno pagare nulla per il parcheggio: accendono un fuoco, suonano la chitarra, fanno da mangiare del pesce per cena. Siccome certi progetti vanno incentivati, lasciamo una piccola donazione e ringraziamo, trascorrendo la notte insieme ad altri camperisti provenienti da tutta Europa.
Qui le coordinate gps per raggiungere il Beach Bar Ledh: 41,7759607, 19,6032686.


Albania in camper, giorno 3: Kruja
L’alba di un nuovo giorno porta in dote un pallido sole e molte nuvole all’orizzonte.
Lasciamo la costa e raggiungiamo Kruja, l’antica capitale dell’Albania, abbarbicata su una rupe. È famosa per il suo caratteristico e affascinante bazar, per il castello e soprattutto per essere stata una delle ultime roccaforti della resistenza albanese contro gli ottomani.
A Kruja è legato indissolubilmente il nome di Skanderbeg, l’eroe nazionale che verrà sempre ricordato per essere stato un condottiero eccezionale, l’ultimo ad aver fatto del bene ai propri connazionali prima che arrivassero i turchi prima e i comunisti poi.
All’interno dell’antico castello, restaurato di recente in seguito ad un terremoto, si può visitare il Museo Nazionale Skanderbeg, per farsi un’idea di ciò che ha passato il Paese Balcanico.
Dopo un pasto a base di ottimi burek, ripartiamo verso Tirana, l’attuale capitale dell’Albania.
Parcheggiamo il van in un grande piazzale nei pressi dell’Aquadrom e del Parco Grande, nel settore meridionale della città (coord. gps: 41.312488, 19.814009), al costo di 400 Lek per 24 ore. Potremmo eventualmente fermarci anche per la notte.





Giorno 3: Tirana
Siamo anche a due passi da Blloku, il quartiere più alla moda di Tirana, con locali e ristoranti per tutte le tasche.
L’atmosfera che respiriamo fin da subito è quella di una città che si sta aprendo al mondo: c’è grande fermento, tanti giovani per strada, installazioni moderne, edifici in costruzione.
C’è voglia non di cancellare il passato, ma di trasformarlo per rendere migliore il futuro. Come ad esempio è stato fatto con i bunker nucleari, retaggio della dittatura comunista di Enver Hoxha, che oggi sono diventati spazi espositivi nel cuore di Tirana.
L’immensa Piazza Skanderbeg, sulla quale si affacciano alcuni tra gli edifici più emblematici della città (la Moschea Et’hem Bej, il Palazzo della Cultura e il Museo Nazionale di Storia) è il punto nevralgico.
Qui vengono organizzati numerosi eventi internazionali, con la statua dell’eroe nazionale ad osservare l’evoluzione non banale di Tirana.
Il tempo scorre velocemente, tra street art, musica e scorci verdi, perché alla fine il meteo è stato meglio del previsto e ci siamo goduti la passeggiata nella capitale.
Decidiamo di continuare il nostro viaggio, torniamo al van e ripartiamo per Elbasan, dove troviamo un privato che mette a disposizione il cortile di casa ai camperisti giramondo come noi (coord. gps: 41.100682, 20.028863).
Si chiama Landi ed è davvero simpatico: gestisce il bar e l’autolavaggio, oltre al piccolo campeggio, con bagni e docce a disposizione.



Giorno 4: il Lago di Ohrid
Salutiamo Landi e continuiamo il nostro viaggio in camper in Albania.
La nostra destinazione è il Lago di Ohrid, condiviso con la Macedonia del Nord: per un albanese è una meta turistica molto nota, per un europeo può essere considerata quantomeno insolita.
Raggiungiamo le rive meridionali del lago verso ora di pranzo e così improvvisiamo una sosta con vista parcheggiando il van a due passi dalla spiaggia, mentre le nubi celano solo in parte le cime innevate oltreconfine.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Pogradec e passeggiamo sull’elegante lungomare. Durante il comunismo i novelli sposi albanesi venivano qui in viaggio di nozze e la tradizione sembra essere ancora viva. Ci sono hotel in stile liberty, ristoranti, negozi: Pogradec non sembra una città di confine, anche se tutt’intorno la presenza dei famigerati bunker è massiccia.
Con il van raggiungiamo il vicino Parco Nazionale di Drilon, dove ci sono lavori in corso in previsione della stagione estiva.
Per la notte troviamo un piccolo campeggio direttamente sul lago (Camping Restorant Rei, coord. gps: 40.998918, 20.636053) dove spendiamo appena 7 euro per piazzola e uso dei bagni. Una pioggia leggera concilia il sonno.





Albania in camper, giorno 5: Corizza e la Vjosa Valley
L’Albania comincia ad entrarci nel cuore e i paesaggi che stiamo attraversando contribuiscono a questo lento e progressivo innamoramento.
La strada corre lungo il confine con la Macedonia del Nord e mostra grandi prati verdi in cui pascola tranquillo il bestiame.
Quando arriviamo a Corizza sembra esserci un grande mercato in corso e abbiamo le stesse identiche sensazioni percepite a Scutari.
Il punto informazioni turistiche cittadino è gestito da Iona, simpaticissima proprietaria di un B&B (Korca Smile, segnatevelo!) che parla un eccellente italiano e ci fornisce tantissimi spunti utili per visitare Corizza, famosa soprattutto per la birra.
C’è in particolare un festival internazionale che si tiene nel mese di agosto a cui partecipano turisti da tutto il mondo. Non possiamo esimerci dall’assaporare il nettare locale, in uno dei ristoranti vicini alla fabbrica della Birra Korca, dopodichè ci dedichiamo al centro storico.
Sotto un sole finalmente degno del mese di maggio, risplende il tetto rosso della Cattedrale Ortodossa di Corizza, il simbolo della città.
Poco distante si trova anche la prima scuola dell’Albania, oggi trasformata in un museo, e proseguendo lungo il Bulevard Gjergji, si può visitare anche il Museo della Fotografia.
Assonanze e palazzi in stile liberty spiegano almeno in parte perché Corizza è chiamata la piccola Parigi d’Albania.
All’ora di pranzo ci spostiamo a Pazari, l’antico quartiere sede del mercato coperto cittadino: nell’elegante piazzetta ci sono molti locali, ma quello che cerchiamo noi è in una via laterale, quasi nascosto alla vista.
Ce lo ha consigliato Iona, si chiama Shija e Sacit ed è il posto giusto per assaggiare la pizza albanese, che è super buona! Per approfondire il metodo di cottura e le varie farciture, vi rimando alle nostre storie su Instagram.
Dopo pranzo, è tempo di ripartire: ci aspetta la Vjosa Valley e una strada impegnativa da percorrere ma spettacolare!
Più di 3 ore di curve e panorami mozzafiato sulle cime del Pindo: siamo al confine con la Grecia.
Poco prima che faccia buio, raggiungiamo Permet e un piccolo campeggio che si rivelerà una perla di questo viaggio in Albania in camper: l’Albturist Ecocamp (coord. gps: 40.219424, 20.381071).










Giorno 6: Permet
C’è aria di festa nella Vjosa Valley: si celebra l’ultimo fiume selvaggio d’Europa, che nasce dalle sorgenti sulla catena del Pindo, in Grecia, e scorre attraverso l’Albania senza impedimenti, fino ad incontrare l’Adriatico.
Il Governo albanese, per tutelare il paesaggio di questa valle incredibile, ha istituito il Vjosa Wild River National Park e i festeggiamenti si tengono proprio a Permet in questo fine settimana: una coincidenza fortunatissima per noi.
Decidiamo di raggiungere la piccola cittadina a piedi, partendo dal campeggio e seguendo un percorso attraverso borghi dimenticati e antiche meraviglie. Una di queste è la bellissima Chiesa Ortodossa di Leuse: è grazie ad Eftim, un ragazzo di Permet, che riusciamo a visitarla all’interno, perché convince un abitante del piccolo villaggio ad aprirci le porte del luogo di culto. Siamo letteralmente a bocca aperta davanti ai tesori custoditi in questa chiesa: speriamo abbiate la nostra stessa fortuna e possiate ammirarli di persona, quando passerete di qui.
Scopriamo anche che Eftim, nostro Cicerone per l’occasione, è il cugino di Dona, la proprietaria del campeggio dove ci siamo accampati con il van.





Più tardi scendiamo a Permet, dove tutto è pronto per la prima serata di festa: ci sarà un concerto, uno spettacolo con una mongolfiera e un dj set fino a tarda notte nel bosco. Sono previsti anche dei pullman in arrivo da Tirana, per l’occasione: insomma, è davvero il momento perfetto per essere qui, nel cuore della Vjosa Valley.
Dopo un pranzo luculliano a base di specialità locali (il posto è segnato nella mappa che ho condiviso sopra), torniamo a piedi verso il campeggio.
Facciamo due chiacchiere con Dona, la “padrona” di casa: è una donna in gamba, che parla un italiano eccellente e si è fatta in quattro per realizzare il suo sogno, quello di aprire un campeggio nel paese dove è nata e cresciuta. Il problema, ci racconta, è che tende ad affezionarsi troppo ai suoi ospiti: ne parliamo davanti ad un bicchiere di vino, che poi diventano due, e il tempo scorre velocemente, come le nuvole sulle montagne che proteggono la valle.
Passiamo la serata a ballare insieme a tanta gente nella piazza di Permet: non siamo gli unici turisti, ma quei pochi che ci sono si contano sulle dita d’una mano. È tutto bellissimo.


Albania in camper, giorno 7: le Terme Naturali di Benje e il Langarica Canyon
Il settimo giorno del nostro viaggio in Albania in camper inizia tra abbracci e occhi lucidi: salutiamo a malincuore Dona e ci promettiamo che si tratta soltanto di un arrivederci.
Non è ancora il momento però di lasciare la valle, perché ci aspettano le terme naturali di Benje. In questo luogo dal fascino irresistibile ci sono delle grandi vasche in pietra in cui è possibile fare il bagno nelle acque calde generate dalle sorgenti di zolfo, all’interno di un canyon spettacolare e suggestivo.
Le terme sono gratuite, accessibili tramite un ponte di pietra ad arco singolo di epoca ottomana, un gioiello d’architettura antica.
Dopo una mattinata intera di relax assoluto ammollo, nel pomeriggio esploriamo le profondità del Langarica Canyon: visitiamo delle grotte che un tempo erano abitate e camminiamo sotto le pareti a strapiombo della forra, scoprendo altre sorgenti termali.
Nel pomeriggio ripartiamo verso Argirocastro, seguendo il corso del fiume Vjosa per un bel tratto: la valle e i suoi meravigliosi abitanti avranno sempre un posto speciale nei nostri ricordi di viaggio.





Giorno 7: Argirocastro
C’era molta curiosità su Argirocastro, la città dalle mura d’argento, Patrimonio Unesco assieme a Berat e crocevia della civiltà europea.
Abbiamo quasi tutto il pomeriggio a disposizione per scoprire una delle città più visitate di tutta l’Albania: è proprio qui che troviamo le prime orde di turisti in viaggio di gruppo, la prima volta da quando siamo arrivati nel Paese balcanico.
Salendo verso il castello, ci fermiamo per visitare la casa-museo di Ismail Kadare, scrittore, poeta e sceneggiatore, una delle figure più prestigiose dell’Albania.
L’occasione è perfetta per ammirare una tipica abitazione di Argirocastro, in stile ottomano: in città ce ne sono diverse, alcune delle quali aperte al pubblico come la Skenduli House, altre visibili soltanto dall’esterno.
Seguendo le strette vie del centro storico, raggiungiamo il bazaar di Argirocastro, la zona più bella ed ovviamente turistica, dove negozi e locali si alternano alle moschee.
Il castello, che fu tra gli altri di Alì Pascià di Tepeleni, ha ormai chiuso i battenti (le porte chiudono alle 17:30), ma la vista sulla città vecchia dall’alto merita comunque la salita fino al belvedere.
Quando sta per fare buio raggiungiamo la casa di Christo (coord. gps: 40.169147, 20.103874), un simpatico apicoltore che mette a disposizione il suo cortile di casa per i camperisti: ci accoglie con un raki, la bevanda tipica dell’ospitalità albanese.






Albania in camper, giorno 8: Berat
Da un Patrimonio Unesco all’altro: la nostra rotta è verso nord.
Il confine con la Grecia è lì a due passi, ma noi abbiamo ancora tanto da vedere in Albania, prima di superare il confine ed imbarcarci a Igoumenitsa per tornare in Italia.
Berat, soprannominata la città delle finestre sovrapposte è la prossima meta del nostro itinerario in Albania in camper.
Per visitarla scegliamo un campeggio strategico, il Camping The Castle of Berat (coord. gps: 40.72066, 19.9493), vicinissimo al castello e gestito dal simpaticissimo Romeo, che parla un ottimo italiano e si offre per accompagnarci alle porte del centro storico.

Non ci pensiamo due volte e approfittiamo della sua gentilezza: ci lascia davanti al Ponte Nuovo, uno dei punti migliori per fotografare le case di Mangalem, il quartiere ottomano meglio conservato in Europa.
La passeggiata nei meandri di questa poesia di pietra, finestre, portoncini e angoli fioriti è davvero piacevole, poi ci dedichiamo alla Moschea del Re, risalente al periodo ottomano e ai suoi dintorni. Purtroppo non è possibile visitarla all’interno quando sono in corso le preghiere: ci dicono di tornare verso le 8 di sera, quando sarà ancora aperta al pubblico.
Prima di salire verso il castello, oltrepassiamo il Ponte Vecchio di Berat ed esploriamo Gorica, il quartiere cristiano ortodosso al di là del fiume Osum: è meno frequentato di Mangalem, ma molto affascinante.
Dopo una pausa corroborante, inizia la nostra salita verso la cittadella: va affrontata con calma, però ne vale la pena. Costruito su uno sperone roccioso che domina la città, il Castello di Berat è uno dei pochi esempi rimasti in Europa di fortezze ancora abitate.
L’area racchiusa tra le possenti mura è immensa ed è tutta da scoprire, tra antiche moschee, musei, chiese ortodosse, cisterne, ma anche locali per l’aperitivo e ristoranti.
Sicuramente una tappa obbligata durante un viaggio in Albania, così come imperdibile è la vista dal belvedere del castello, che pare sospeso sopra i tetti di Mangalem.
Torniamo al campeggio e ci accorgiamo che è davvero tutto nuovo di zecca: ci sono bagni e docce separate, un’area relax con i tavolini e anche un modulo con cucina a disposizione degli ospiti.
La posizione è perfetta per chi viaggia in camper con le biciclette al seguito, appena fuori dalla confusione del traffico cittadino: dopo una meritata cena con specialità locali a Gorica, trascorriamo una notte tranquilla e serena. Berat ci è piaciuta tantissimo.








Albania in camper, giorno 9: Llogara Pass e costa a sud di Valona
Oggi lasciamo l’entroterra dell’Albania definitivamente e ci dirigiamo verso la costa, facendo però una tappa intermedia a Kolonje.
Il nome potrà dirvi poco e nulla, ma qui si trova uno degli edifici più antichi di tutto il Paese balcanico, il monastero ortodosso di Ardenica.
Si narra che l’eroe nazionale Skanderbeg si sia sposato qui, tra le altre cose: il luogo e gli interni meritano una deviazione.


Il proseguimento del nostro viaggio in Albania in camper ci porta prima a Valona, dove sul lungomare c’è tanta gente che celebra la Festa dei Lavoratori con il meritato relax in spiaggia.
Curva dopo curva, noi saliamo verso il Llogara Pass, un passo di montagna famoso per le vedute incredibili sulla costa e i ristoranti che offrono piatti tipici e un riparo al fresco delle montagne durante le torride giornate estive. Volendo, c’è anche un parco nazionale da esplorare qui, mica pizza e fichi.
La strada che scende poi verso la costa a sud di Valona è qualcosa di spettacolare: la vista spazia da Palase, che sta diventando una vera Miami in terra albanese con ville da favola, fino quasi a Himare.
Peccato solo per il meteo, che va peggiorando: riusciamo a trascorrere un paio di ore tranquille in spiaggia a Dhermi, ma poi comincia a piovere senza sosta.
Sarà così fino a Himare, dove trascorriamo la notte al Camping Kranea (coord. gps: 40.107410, 19.727065), mentre tutto intorno, sulla costa, è un cantiere senza fine. L’atmosfera dell’entroterra ci manca già.




Giorno 10: Porto Palermo e Borsh
Il mattino seguente, mentre ripartiamo verso sud, anche sulla spiaggia di Himare ci sono dei lavori in corso: forse maggio non è il mese migliore per visitare la costa, la speranza è che a giugno tutto sia pronto per accogliere al meglio i turisti.
La sensazione che proviamo è quella di essere fuori posto, ma fortunatamente tutto cambia a Porto Palermo.
Dall’alto scorgiamo una baia di quelle che piacciono a noi: selvaggia, con due piccole spiagge a forma di mezzaluna, un mare dalle sfumature clamorose e…un bunker marino! Eh sì, questo luogo è famoso tra gli urbex, ma pare che spesso sia sorvegliato dai militari: meglio non indagare.
Porto Palermo è perfetta per una passeggiata, per andare alla scoperta del Castello di Alì Pascià, costruito in posizione strategica sul promontorio, a difesa del porto naturale.
Purtroppo il meteo è di nuovo inclemente e non ci permette di visitare come vorremmo la vicina Borsh, una località di villeggiatura con belle spiagge e non eccessivamente antropizzata. Forse questo è il tratto di costa a sud di Valona che più si addice alle nostre esigenze e ai nostri gusti.
Nostro malgrado, continuiamo il viaggio verso sud, sotto un diluvio infinito: per la notte ci fermiamo al Ksamil Caravan Camping (coord. gps: 39.778092, 20.006231), dove hanno trovato riparo almeno altri 20 camper.




Albania in camper, giorno 11: Ksamil
Il risveglio è meno traumatico del previsto: ha smesso di piovere e il cielo pare volersi aprire.
Lasciamo parcheggiato il van al campeggio e a piedi raggiungiamo Bora Bora Beach, la spiaggia più famosa di Ksamil: non appena il sole riesce a farsi spazio tra le nuvole i colori sono spettacolari, ricordano quelli caraibici.
Questo tratto di costa è caratterizzato da baie sabbiose e piccoli isolotti, ma la presenza di ristoranti e locali sul mare si fa sentire, con la musica, e vedere: non ci sono ancora gli ombrelloni, ma stanno lavorando per sistemarli un po’ ovunque e probabilmente in alta stagione qui ci sarà parecchia confusione.
Insomma, nonostante Ksamil si trovi alle porte dell’area protetta del Parco Nazionale di Butrinto, nessuno ha pensato di preservarla come avrebbe meritato.
Dopo una mattina di relax in spiaggia, decidiamo di proseguire il nostro viaggio verso sud: prima di lasciare l’Albania vogliamo vedere il sito archeologico di Butrinto.

Giorno 11: Butrinto
Col senno di poi, posso dire che tenere per ultima questa visita è stata una scelta azzeccata, perché dopo le delusioni date dalla cementificazione delle spiagge a sud di Valona, questo luogo ci ha lasciato un altro ricordo indelebile di questo viaggio.
Tutta l’area del Parco Nazionale di Butrinto ci ha restituito quei paesaggi selvaggi e magnifici che l’entroterra ci aveva regalato, quelle belle sensazioni di libertà che cerchi durante un viaggio in camper.
Il sito archeologico di Butrinto è imperdibile, una tappa da inserire assolutamente nell’itinerario.
Ciò che ci ha impressionato di più sono stati il Teatro antico il Battistero, con il suo pavimento rivestito di mosaici, e la Basilica Paleocristiana, ma sinceramente voglio raccontarvelo meglio con un articolo dedicato, perché le cose da vedere al suo interno sono tantissime e tutte affascinanti.
Ciliegina sulla torta, l’attraversamento del canale di Butrinto, che collega il lago all’Adriatico, con il van caricato su una grande zattera.
Un modo davvero simpatico e insolito per continuare il viaggio, nel nostro caso verso il confine con la Grecia.




Siamo arrivati alla fine di questa avventura in Albania in camper: sono stati giorni incredibili, pieni di emozioni, incontri e scoperte.
Landi, Iona, Dona, Eftim, Romeo: sono le persone che hanno fatto la differenza in questo viaggio lungo oltre 1.200 chilometri da nord a sud, dai parchi nazionali e dalle città fortificate dell’entroterra alle spiagge a sud di Valona.
Abbiamo visto posti magnifici e imparato molto sull’Albania, in più sono sicuro che questo sarà soltanto un arrivederci.
Nel frattempo, ciò che possiamo augurare ai nostri amici albanesi è un futuro splendente, di libertà e fratellanza.
Grazie a loro per averci fatto sentire come a casa, e grazie a voi, amici di Un Trolley Per Due, per aver letto fino a qui: mi sono un po’ dilungato, ma spero di essere riuscito a trasmettervi le nostre sensazioni, oltre che ad avervi dato qualche consiglio utile per organizzare il vostro viaggio in camper in Albania.
Alla prossima avventura, viva la vida!
4 commenti su “Albania in camper: il nostro itinerario”
Ciao,
che bellissimo giro.
Sono molto interessato a fare il percorso a sud dell’Albania ma sono preoccupato per le condizioni della strada fra Corizza e Permet.
Avrò una macchina piccola a noleggio.
Come è la strada? è asfaltata?
In particolare da Leskoviz è meglio proseguire sulla S75 o sulla s65?
Grazie mille e buon viaggio
Ciao, basta andare piano quando trovi il tratto non asfaltato (stanno realizzando la variante al vecchio tracciato), per il resto non avrai problemi. Ho visto ben di peggio in giro per il mondo. Tieni conto che ci vorranno circa 4 ore, se non ricordo male. Da Leskoviz meglio prendere la SH65, che scivola lungo il confine con la Grecia.
Itinerario interessante..volevamo fare un tour ad ottobre con il ns semintegrale (7,20 MT) la preoccupazione maggiore e’ traffico e condizioni strade specie sul passo Llogara.
Ciao Riccardo, fossi in te non mi preoccuperei di questi due aspetti: ad ottobre il traffico non sarà un problema, così come la salita al Llogara. Le strade sono più che dignitose in quel tratto.